Dalla Via Salaria si scorge solo un campanile della chiesa di Santa Maria Extra Moenia. Siamo arrivati ad Antrodoco, al centro d’Italia e delle Valli reatine, incastonato fra il fiume Velino e i monti. Visitare il borgo è tutta una meraviglia.
Lungo la via Salaria, Santa Maria Extra Moenia è un gioiello medievale, suggestiva all’esterno e all’interno. La chiesa sorse nell’Alto Medioevo sopra ai resti di un tempio pagano dedicato alla dea Diana. L’edificio ha una facciata a capanna semplice. Il campanile conserva la struttura interna lignea a scale e ballatoi.
Caratteristico del complesso è il battistero di San Giovanni Battista. Separato dalla chiesa, il battistero fu eretto nel IX secolo e ha una caratteristica forma esagonale. Pianta e collocazione sono di tradizione lombarda e le pareti sono ricoperte quasi per intero da affreschi quattro e cinquecenteschi. Il Battistero aveva anche una funzione “di orologio solare”. Il 21 Giugno alle ore 17:30 un raggio di sole entra da una finestrella annunciando il Solstizio d’Estate.
Un reticolo di vie lastricate porta alla piazza del Popolo, dal 1875 impreziosita da Palazzo Pallini, dimora, distilleria e bottega ornata da scritte e fregi in puro liberty. Si tratta della fabbrica del mistrà, superalcolico secco al sapore di anice e finocchio. Si, perché Nicola Pallini scelse proprio Antrodoco per fondare l’azienda di liquori, che porta il suo nome, riconoscendo la cittadina come importante snodo commerciale.
Il Santuario della Madonna delle Grotte sorge lungo le Gole di Antrodoco. Si narra che la chiesa fu costruita all’inizio del 1600 vicino alla grotta dove una pastorella di nome Berardina Boccacci nel 1601 aveva scovato un’immagine sacra della Vergine con Gesù Bambino in braccio. La facciata è in pietra, il portale è in stile barocco, sormontato dallo stemma del Vescovo Gaspare Pasquali che portò a termine i lavori. E’ a una sola navata con copertura a capriate lignee. Nella cripta sono sepolti i resti dei soldati francesi morti a seguito dei Moti contadini del 1799 nel Regno Borbonico.
D’obbligo la visita al Museo storico militare, fiore all’occhiello della cittadina, che espone oltre 300 copricapi, cimeli delle Guerre Mondiali e coloniali tra cui armi, divise, resti di bombe, perfino un tipico campo base, perfettamente allestito. D’obbligo anche una passeggiata per curiosare nella produzione di artigianato artistico, in mostra nelle tante botteghe, e per farsi sedurre dall’oggettistica in ferro, ricami dalla fattura antica e merletti.
“Stracci oh, stracci ah, so davero ‘na bontà, stracci oh, stracci ah, te fau propiu reffiatà”
È con questo slogan che Antrodoco chiama a raccolta le buone forchette nei primi giorni di agosto alla Sagra degli Stracci Antrodocani. La loro ricetta risale al 1300, con la sola aggiunta del pomodoro nel 1700, prima inesistente. Sono particolari crespelle di uova, acqua e farina, sottilissime ed elastiche, ripiene di pomodoro, macinato di vitellone, mozzarella, burro, sugo di manzo e parmigiano grattugiato, e poi cotte al forno. Si chiamano “stracci” per la caratteristica forma dell’involucro, soffice proprio come uno straccetto. L’olio extravergine Sabina DOP e la carne locale fanno la differenza.
Esplodono le magiche atmosfere medievali ad Antrodoco quando inizia il Castaldato Interocrino, la rievocazione storica degli avvenimenti nel borgo di Antrodoco tra il 1228 e il 1371. Dalla metà di giugno fino a settembre, si susseguono il Corteo delle Dame, il Banchetto dei Rioni, la Notte dei Tamburi, il Corteo Storico e l’attesa contesa del Palio Madonna del Popolo.
L’Ostello Il Castagno è gestito da ragazzi under 30 che hanno ristrutturato una vecchia sede della Forestale salvandola dall’abbandono, colorando pareti, arredando gli ambienti con mobili scovati nelle soffitte delle nonne e con piccoli dettagli di design. Nasce così un cuore pulsante di mille attività per i giovani, offrendo ospitalità.