C’era una volta e ci sono ancora, nell’Alta Valle del Velino, quelle tradizioni del Natale che si perdono nella notte dei tempi caratterizzando il periodo più magico e suggestivo dell’anno, non parliamo solo dell’albero o del presepe ma di quelle consuetudini particolari e uniche nel loro genere.
Avete mai sentito parlare della formula delle “cento croci” ovvero “segni di croce”, che la famiglia ripeteva per cento volte al termine del rosario, durante la notte di Natale?
Oppure pensate al caminetto, con il freddo e il gelo invernale, fa piacere riscaldarvisi vicino, godere delle evoluzioni della fiamma e nella magica notte della Vigilia l’accensione del grande legno robusto di quercia, il “ceppo”, è nella Valle del Velino un’usanza benaugurale cui segue l’aspersione della cenere prodotta dallo stesso fuoco, sul campo seminato a grano, per renderlo fecondo.
Credenze che affondano le proprie radici nei principali dogmi religiosi del nostro credo, riti propiziatori legati alla vita contadina, testimoniati dall’esperienza e dalla saggezza dei più anziani.
Passeggiando nei borghi della Valle i primi giorni di gennaio non è improbabile imbattersi nei Pasquarellari che armati di organetto, ciaramelle e tamburello, vestiti col costume tradizionale degli antichi pastori: scarponi, gambali di lana, pelli di pecora, pantaloni di velluto, camicie di flanella e mantella, girano di casa in casa intonando antichi canti per annunciare la nascita di Bambin Gesù.
Nelle case questi singolari cantori portano la festa cantando accompagnati da brindisi per poi essere ringraziati con cibo e buon vino con cui saranno poi organizzate cene e feste popolari. L’origine della Pasquarella si perde nel tempo, ricordando la rappresentazione dei pastorelli del presepe che vanno annunciando la buona novella della nascita di Gesù anticipando l’arrivo dei Re Magi.
Così come la sensazione di trovarci in un vero e proprio presepe vivente l’abbiamo quando a far da sottofondo, a rallegrarci arrivano le note della Ciaramella, un antico strumento nato in questo territorio formata da un otre ricavato dalla pelle di una pecora che cantilenano le melodie del periodo natalizio.
Una vallata di suggestivi borghi come graziosi presepi con tante tradizioni tutti da scoprire lungo la Via Salaria nell’Alta Valle del fiume Velino.