“Kalipè”, passo lento e corto: col saluto Himalayano che invita al camminare rilassati e alla meditazione, avventuriamoci tra faggi, querce, oliveti, nel parco naturale regionale dei Monti Lucretili. A piedi, e perché no a cavallo, potremo scoprire antichi borghi dove il passaggio dei grandi santi nazionali, Benedetto e Francesco, ha lasciato segni indelebili. Storia, bellezze naturali, aria fina e profumata a Scandriglia, Poggio Moiano e Orvinio: borghi suggestivi, dove assaporare i piaceri di un tempo dai ritmi naturali.
Possiamo partire da Scandriglia, muovendo rigorosamente a piedi. Meritano una sosta il convento di San Nicola e il bel Palazzo rinascimentale degli Anguillara, con la finestra gotica in facciata – un vero merletto medievale – e con gli affreschi della scuola di Antoniazzo Romano.
Percorriamo il sentiero per circa due ore per raggiungere Poggio Moiano. Per recuperare un po’ di energie dopo tanto cammino una sosta è d’obbligo: passeggiando per il centro storico che profuma di freddo e di camino, visitando le chiesette rurali di San Martino e San Sebastiano, e fermando l’appetito con una bruschetta irrorata da abbondante olio locale. Possiamo concederci anche una bruschetta bis, un tagliere di formaggi, tutti di grande qualità, e un calice di vino, che riscalda corpo e spirito.
Se invece questa passeggiata la facciamo d’estate, è bellissimo scegliere il mese di giugno, nei giorni dell’infiorata del Sacro Cuore. Per questa sentitissima festa Poggio Moiano è tutto un’esplosione di colori, con le vie del centro coperte da tappeti di fiori.
Riprendiamo il cammino dal centro del paese percorrendo una lunga discesa che pian piano ci ‘catapulta’ nel bosco, solo il fruscio di rami, canto di uccelli, ci distraggono. Atmosfera da fiaba. Salendo pian piano, lo scenario si apre. Ecco Orvinio, tra i ‘Borghi più belli d’Italia’, borgo ben conservato, dove si respira la storia, e l’accoglienza degli abitanti è unica. Magnifico è il Castello dei marchesi Malvezi, perfetto, si chiudono gli occhi e si torna al passato. La sosta è d’obbligo, per riposare e godere della vista di questo maniero da fiaba con il suo bel torrione e la terrazza panarmonica. Mancano solo i cavalieri medievali, le dame e i cortigiani.
Allora: zaino in spalla e ‘Kalipè’ a tutti quelli che vogliono scoprire questo piccolo frammento del territorio reatino.
Il percorso è di circa 5 ore, alle quali vanno aggiunte le soste.
Per info: https://parcolucretili.it/