Nettuno, l’antico borgo di pescatori, si trova poco distante dalla zona dove sorgevano la Via Sacra, l’antica città di Satricum, l’acropoli con il tempio della dea dell’Aurora Mater Matuta e da dove sono riemerse testimonianze della presenza della popolazione dei Volsci.
In un suggestivo tratto di costa dalla superficie del mare affiorano i resti di una peschiera dove nel 1193 i Frangipane, signori del posto, costruirono la torre per difendere Astura dai Saraceni.
I romani vi avevano costruito un porto e un palazzo imperiale di cui restano le rovine e probabilmente vi soggiornarono gli imperatori Augusto, Tiberio e Caligola mentre sappiamo con certezza che Cicerone fece costruire una delle sue ville.
Torre Astura è stato anche teatro di un importante episodio storico: nel 1268 vi si rifugiò Corradino di Svevia e proprio per il suo territorio incontaminato viene scelto spesso come set cinematografico.
Una piacevole passeggiata sul lungomare conduce al Santuario-Basilica di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti che sorge dove una volta vi era la piccola chiesa dedicata all’Annunziata.
Secondo la tradizione l’effige della Madonna è giunta in questo luogo nel 1550 proveniente dall’ Inghilterra dove, a seguito dello scisma anglicano dichiarato da Enrico VIII, chiese e monasteri furono confiscati e le statue dei santi distrutte. La statua fu caricata su una nave diretta a Napoli da alcuni marinai nel tentativo di salvarla, ma il battello nel mezzo di una tempesta approdò sulla costa di Nettuno, davanti la foce del fiume Loricina e considerandolo un segno della volontà della Madonna la statua fu sistemata in una piccola chiesetta situata vicino al mare.
Ogni anno, durante il mese di maggio, Nettuno si trasforma in una cittadina rinascimentale per rievocare l’approdo con esibizioni di falconeria, centinaia di figuranti in costume, sbandieratori, tamburi, cavalieri a cavallo, spettacolari giochi pirotecnici.
Una piccola barca a remi trasporta la statua con in una coreografia luminosa in cielo e in acqua, mentre le confraternite che sfilano eleggono il priore, il camerlengo e la priora che anticamente era una giovane donna appartenente al clero, aristocratica e nubile.
Una sezione all’interno del Forte Sangallo è dedicata proprio all’abito della Priora che rispecchia il gusto della tradizione locale ma anche le ingerenze lasciate dai secoli passati: tratti orientali, arabi e riprende l’abbigliamento delle donne saracene che vissero qui insieme ai primi abitanti del “Castello” di Nettuno.
Il Forte Sangallo un tempo difendeva Nettuno, considerata “granaio del Lazio”, dagli attacchi da mare ed oggi ospita il “Museo dello Sbarco Alleato” e l’Antiquarium.