È terminato il 1° marzo il 70° Festival di Berlino e l’Orso d’argento come miglior attore in “Volevo nascondermi” lo riceve Elio Germano per la straordinaria narrazione di Antonio Ligabue, il pittore e scultore tratteggiato nella pellicola di Giorgio Diritti.
Insomma, il bambino nelle pubblicità del Pandoro Bauli di fine anni 80 e del Kinder Bueno nel 1995, il ragazzo che cantava con le Bestierare alla fine dello scorso millennio, è lo stesso uomo premiato nel 2020 con l’Orso d’argento per la miglior interpretazione maschile. Dedica la vittoria ad Antonio Ligabue e “a tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta”, sottolineando che il bello della diversità è che rende liberi di lasciare tracce permanenti nel mondo.
Regista teatrale, è rimasta nella storia del piccolo schermo la sua interpretazione di Nino Manfredi in “In arte Nino”, la commedia biografica del 2017 diretta da Luca Manfredi, figlio di Nino ed Erminia Manfredi.
Tra i tanti grandi registi cinematografici che hanno coinvolto Elio Germano, lo ricordiamo nei panni de Il Sorcio per Michele Placido in “Romanzo Criminale”, il film del 2005 che lo ha visto interpretare la storia della Banda della Magliana narrata dalla penna di Giancarlo De Cataldo nel romanzo omonimo, al fianco di Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, solo per citarne alcuni.
Tanti i riconoscimenti nella Settima Arte per l’attore romano alla soglia dei suoi 40 anni, molti indimenticabili.
Nel 2007, riceve il Globo d’oro come miglior attore rivelazione per “N (Io e Napoleone)” di Paolo Virzì. Nello stesso anno, il David di Donatello e un altro Globo d’oro come miglior attore protagonista per “Mio fratello è figlio unico” nel ruolo di Accio. Ancora per Daniele Lucchetti, nel 2010 sarà il protagonista de “La nostra vita”: sullo sfondo del lido romano di Ostia, Porta di Roma e Ponte di Nona, il film cavalca le note di “Anima fragile” di Vasco Rossi per raccontare le vicende di un operaio romano che rimane vedovo e non trova altro modo per tirare su tre figli se non quello di cedere alla tentazione della corruzione. Per la sua interpretazione, Elio Germano sarà premiato al Festival di Cannes 2010 come miglior attore, e con il Nastro d’argento 2010 e il David di Donatello nel 2011 come miglior attore protagonista.
Ancor prima di assaporare le sfumature della sua interpretazione di Giacomo Leopardi ne “Il giovane favoloso”, il film del 2014 di Mario Martone per il quale ha guadagnato il David di Donatello nel 2015 come miglior attore protagonista, nel 2012 Ferzan Özpetek lo ingaggia come primo attore in “Magnifica presenza”. Le vicende del pasticcere gay che da Catania approda nel quartiere romano di Monteverde gli faranno ottenere il Globo d’oro come migliore attore, lo stesso riconoscimento che avrà per “Alaska” di Claudio Cupellini quattro anni più tardi.
Non rimane che attendere che si spengano le luci in sala per vedere sul grande schermo l’ultimo capolavoro di Elio Germano!