E se “Dolcetto o scherzetto” lo chiedessimo ai fantasmi? Beh, non proprio a loro ma vi piacerebbe entrare in uno di quei borghi nel Lazio, abbandonati o quasi, ed essere tanto intrepidi da perlustrarne il castello aprendo antichi portoni polverosi e cigolanti, facendosi spazio tra ragnatele e chissà quali altre spaventose sorprese?
Il giorno giusto è Halloween, il 31 ottobre! È inutile che borbottiate, sappiamo anche noi che è una festa di origine celtica, importata dall’America e che la tradizione nostrana mette al primo posto le celebrazioni dei due giorni successivi, Ognissanti e i Morti. Ma la domanda nasce spontanea: vogliamo deludere grandi e piccoli amanti dei travestimenti macabri? Vogliamo davvero generare degli scompensi sia nei bambini in attesa dei “dolcetti” sia negli adulti vittime degli “scherzetti”?
Noi no! Dunque, prendete la vostra zucca intagliata e osate addentrarvi proprio nella notte di Halloween in quei borghi fantasma nel Lazio dalle atmosfere fascinosamente sinistre per conoscerne verità e misteri, storia e storie degli spiriti che forse vi albergano da secoli! Non ve ne pentirete… o forse sì!
Raggiungiamo le porte del Cicolano per scovare il Castrum Antoni, la rocca di Antuni che sorge a Castel di Tora sul cucuzzolo del monte omonimo, circondata dal turchese del Lago del Turano e ancorata alla terra ferma con una lingua di terra. In questo panorama che scintilla nel cuore della riserva naturale Navegna Cervia, non riusciamo proprio a immaginare Antuni e i suoi vicini di casa, Castel di Tora e Colle di Tora, senza il lago nel quale si specchiano. Eppure un tempo era proprio così perché il lago del Turano è nato artificialmente solo alla fine degli anni 30 per produrre energia idroelettrica.
Ancor più curioso è scoprire che il borgo, sorto nel 1100 sulla penisola del monte Antuni, divenne una città perduta perché fu bombardato per errore nella II Guerra Mondiale. Disabitato sin dagli anni 50, è stato restaurato a cavallo del 21° secolo e sono ora visitabili il Palazzo del Drago, simbolo del potere dei Principi Del Drago d’inizio 1800, l’antica mulattiera, la torretta e l’eremo di San Salvatore, una grotta che custodisce due affreschi del 1600.
Rimaniamo in Sabina per calcare uno dei set de “Il Nome della Rosa”, la miniserie che ci ha tenuti incollati alla tv nel 2019 trascinandoci in un Medioevo oscuro che ben si sposa con le atmosfere tenebrose dell’antica Rocca Guidonesca a Torri in Sabina, meglio nota come Rocchettine. Dall’ombra dei lecci sotto Rocchette ci separano le gole del torrente Aia e un destino inspiegabilmente differente. Le due gemelle furono costruite nel 1200 per proteggere la valle del Tevere che metteva in comunicazione Rieti e Roma. Tuttavia, Rocca Bertalda, ovvero Rocchette, ha continuato a vivere sulla collina accanto a Rocchettine che, al contrario, fu abbandonata già nel 1600. E nessuno sa il perché. Il fascino austero di questo borgo fantasma è dato dal grigio della pietra calcarea e della chiesa di San Lorenzo, visitabile il 10 agosto in onore del Santo Patrono locale, dal ciuffetto di case disabitate e della torre circolare costruita dai Savelli per controllare l’accesso al borgo disabitato, opposta a quella a base quadrata della struttura originaria.
Storie fantastiche in Sabina ma finora neanche l’ombra di un fantasma! Mumble mumble… andiamo nella vicina Tuscia a scoprire i numerosi luoghi abbandonati e magari qualche spiritello lo scoviamo!
Celleno Antica si tinge di rosso a giugno, non per il sangue (ci avevamo sperato!) ma per le tipiche ciliegie. Così meravigliosamente spopolato dal terremoto del 1855, per il quotidiano britannico The Telegraph è tra i 25 paesi fantasma più belli d’Italia persi nel tempo 2019. Siamo in una città perduta dove il Castello Orsini fa capolino su un borgo medievale di appena 1400 abitanti, tutti residenti nella parte nuova, che sarà protagonista della serie tv italiana “Luna Nera” in onda su Netflix nel 2020 e, si dice in giro, perlustrata da Paolo Sorrentino a caccia di nuove location cinematografiche. C’è poi chi ha scelto di viverci per oltre 40 anni, Enrico Castellani, il pittore di fama mondiale che s’innamorò negli anni 60 di questa città fantasma aggrappata a uno sperone di tufo, con una vista spettacolare sul Lago di Bolsena e la valle del Tevere. Lasciamo alla vostra immaginazione lo spettacolo dei ciliegi in fiore che biancheggiano a perdita d’occhio tra le manciate di case in tufo rosso di Celleno Antica.
Non si riesce a smettere di raccontare certi luoghi, ma Chia ci… Chiama! Scusate il gioco di parole ma siamo a meno di 30 km da questo borghetto fantasma e la voglia di conoscerlo è grande. Tanto per rimanere in tema halloweeniano, accanto alle sculture fantastiche e grottesche nell’enigmatico Sacro Bosco di Bomarzo, a Soriano nel Cimino scopriamo la Torre di Chia, scelta come location per L’Armata Brancaleone e amata da Pier Paolo Pasolini, tanto da trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. Una torre immersa nel bosco, tra il torrente e le siepi squadrate alle cascate di Fosso Castello, che il poeta, scrittore e regista descrisse con la penna e con la macchina da presa ne “Il Vangelo secondo Matteo”. Appollaiato su una collina di tufo, il borgo vecchio si è svuotato alla fine del 1900 mentre è sorta una zona più nuova tra le strade strette, le scalette e gli archi della città fantasma.
Niente, ancora nessun fantasma. Andiamo a Roma, lì c’è tutto e il contrario di tutto… ci sarà un fantasma, no?
Cammina cammina, arriviamo a Galeria Antica. Tra lecci, aceri e olmi, su uno sperone tufaceo a strampiombo sul fiume Arrone scorgiamo questa città etrusca fortificata, dichiarata Monumento Naturale nel 1999. La sua atmosfera tenebrosa e carica di suspence ha rapito la Settima Arte tanto da girare “Non ci resta che piangere”.
Oggi tra i ruderi saltano subito agli occhi il campanile della chiesa di Sant’Andrea che ne delinea il profilo e molti misteri sulle cause del suo abbandono nel 1700. Forse si trattò di epidemie malariche? Non se ne ha certezza e non si sa neanche per quale ragione, nel 1800, i pochi abitanti rimasti fuggirono nuovamente, questa volta lasciando beni di prima necessità e carretti carichi di cadaveri. Curioso scoprire che scapparono in fretta e furia ma andarono a vivere solo a un chilometro da Galeria Antica, fondando il borgo di Santa Maria di Galeria Nuova.
E ora arriva il bello. Ad aggiungere mistero al mistero, qualcuno dice di aver sentito il rumore di zoccoli di cavallo e lamenti. Pare che ogni anno “Senz’affanni”, il fantasma di un menestrello morto circa 300 anni fa, torni sul suo cavallo bianco a Galeria Antica, cantando e suonando disperato per la sua amata.
Dunque il fantasma lo abbiamo trovato, bisogna solo andare a scovarlo e fargli la fatidica domanda “Dolcetto o scherzetto?”!
Ma se non siete ancora soddisfatti e volete qualche idea per festeggiare un Halloween davvero “da paura”, vi suggeriamo alcune irrinunciabili location dove viverne a pieno lo spirito: a Calcata, dove già solo una passeggiata nel borgo vintage potrà suggestionarvi a sufficienza; al castello di Bracciano, a caccia del fantasma della bella e sventurata Isabella de’ Medici che qualcuno dice di aver visto fin sulle sponde del lago; e se volete fare un brindisi “alla faccia dei vampiri” in uno de I Borghi più belli d’Italia, a Pico si festeggia Hallovino tra stand gastronomici e vino.
Mostri, streghe & co. di tutto il Lazio uscite allo scoperto, è arrivato il vostro momento!