Kit per le riparazioni, qualche camera d’aria di scorta, pompa, chiavi per manutenzione, cavi freno e cambio, poi le immancabili smaglia catena e tendi raggi, oggi ci si prepara per un’avventura in bicicletta che ci condurrà lungo i 340 chilometri del Cammino di San Benedetto.

Questa volta è il viaggio la nostra meta, i volti delle persone, i suoni e i rumori, i profumi che incontreremo lungo le strade da percorrere.

Da Norcia inizia il nostro viaggio che ci porterà nel Lazio. Prima della partenza abbiamo richiesto un attestato con le nostre credenziali dove verrà apposto un timbro per ogni luogo che visiteremo nel nostro itinerario, una sorta di certificato del pellegrino ciclista.

Leonessa

La prima tappa ci conduce a Leonessa ai piedi dei Monti Reatini e dell’imponente Terminillo, la nostra direzione è la “Valle Santa”. Facciamo una sosta a Poggio Bustone fra i luoghi di San Francesco, il cui cammino si incrocia proprio qui con quello di San Benedetto, e dove nacque il grande Lucio Battisti.

Il viaggio prosegue verso Rieti, città sul fiume Velino che ci accoglie con la sua bellezza. Dopo una visita alla cattedrale e un veloce giro nel centro storico, si riprende il viaggio alla volta di Rocca Sinibalda.

Sono numerose le possibilità di pernottamento lungo il cammino, per ogni gusto e necessità tra campeggi, b&b, ostelli e foresterie.

Luogo silenzioso e di buona cucina, Rocca Sinibalda è posta in posizione panoramica sulla Valle del Turano: una visita al castello, per “immergersi” nei suoi numerosi saloni affrescati, è d’obbligo.

Lago del Turano

Riprendiamo quindi il pellegrinaggio alla volta del Lago del Turano e dei due graziosi borghi di Castel di Tora e Colle di Tora che distano pochi chilometri l’uno dall’altro.

Il Lago del Turano presenta un colore così intenso da attirare a sé tutta l’attenzione e i due borghi che si specchiano nelle sue azzurre acque, come un mondo alla rovescia, creano un paesaggio da cartolina. Ora comprendiamo perché questo luogo è conosciuto anche con il nome di “Piccola Svizzera”.

La sera decidiamo di sostare qui, attratti dal paesaggio e dalla tradizione culinaria locale che va dall’ottima pasta e fagioli, ai tartufi, alle castagne, le fave e le salsicce locali.

Fra chiacchiere e qualche bicchiere di buon vino, scopriamo che queste terre sono ideali per chi ama lo sport: dal trekking alla mountain bike, dalla pesca sportiva alle gite in canoa. Protetti dal turismo di massa, i territori intorno al lago sono capaci di esprimere tutta la loro autenticità, oltre all’indiscussa bellezza.

Il nostro viaggio riprende l’indomani mattina, freschi e riposati, in direzione Subiaco. Arriviamo a Pozzaglia dove decidiamo di fare visita a una delle abbazie benedettine principali, sebbene oggi non conservi molto della sua antica e originaria bellezza.

Santa Maria del Piano

Si tratta di Santa Maria del Piano, una struttura imponente e maestosa in stile romanico dal campanile ancora intatto. Il tetto purtroppo non c’è più e la vegetazione rampicante si è impossessata delle mura.

Passando per il piccolo centro di Orvinio, uno dei borghi più belli d’Italia, la tappa successiva è Mandela dove trascorreremo la notte. Lasciamo la provincia reatina e entriamo in quella di Roma, precisamente a Licenza dove facciamo una visita presso la villa romana di Orazio, il famoso poeta latino.

La mattina seguente finalmente raggiungiamo Subiaco. Questo non è un luogo da toccata e fuga, i monasteri del Sacro Speco e di Santa Scolastica meritano una sosta più lunga e senza saperlo abbiamo fatto la cosa giusta ad anticipare la partenza!

Monastero del Sacro Speco a Subiaco

Fondato da San Benedetto, il monastero del Sacro Speco è incastonato nella roccia e affacciato su boschi verdeggianti. All’interno possiamo ammirare meraviglie uniche al mondo.

La prossima tappa è la Ciociaria, terra del buon mangiare, dalle tradizioni ancora molto sentite, luoghi dove la gente è così accogliente da ospitarti come se fossi un amico di vecchia data ritornato dopo anni dall’altra parte del mondo.

Il primo borgo che incontriamo è Trevi nel Lazio, altri sono arroccati in cima alle colline e proseguendo il percorso oltrepassiamo Guarcino, antica città degli Ernici rinomata per il suo prosciutto DOP e per gli amaretti dal sapore delicato, per poi giungere a Collepardo dove facciamo visita alla Certosa di Trisulti.

La certosa dalle forme barocche è davvero molto bella, gli ambienti interni con il luminoso chiostro e l’antica farmacia tutta affrescata offrono uno spettacolo indimenticabile.

Collepardo (FR)

Sempre a Collepardo decidiamo per una rapida visita al Pozzo d’Antullo, una cavità carsica dalle dimensioni enormi con i suoi trecento metri di diametro per una profondità massima di ottanta metri e l’immancabile carico di leggende che la coinvolge.

La notte la passeremo nelle vicinanze dell’abbazia gotico-cistercense di Casamari. La Regola imponeva l’assistenza ai bisognosi, la foresteria l’accoglienza dei pellegrini ed è quello che fa al caso nostro, ripartiremo l’indomani per l’ultima tappa di questo nostro pellegrinaggio sulle orme di San Benedetto.

La mattina riprendiamo il cammino per l’ultimo giorno di viaggio. Saliamo su piccole alture per giungere a Monte San Giovanni Campano. Siamo ormai nella Valle del Liri.

Questo borgo è un intrigo di viuzze ed è ben visibile il fenomeno cosiddetto dell’incastellamento, per via delle numerose torri difensive oggi inglobate nell’abitato o sommerse dalla vegetazione.

Della torre principale si narra che fu luogo di prigionia di San Tommaso d’Aquino.

Arriviamo ad Arpino, terra nativa di Marco Tullio Cicerone, vanto e orgoglio di questa cittadina. Ordinata e con un centro storico ricco di palazzi nobiliari, Arpino ci invoglia a visitare la sua Acropoli detta Civitavecchia.

Con la torre quadrata, le mura megalitiche e un arco a sesto acuto di epoca preromana, da Civita di Arpino possiamo ammirare tutta la Valle del Liri, l’antiappennino laziale di fronte e le montagne del Parco Nazionale d’Abbruzzo, Lazio e Molise alle spalle.

CASSINO - FR ABBAZIA DI MONTECASSINO

Abbazia di Montecassino

È tempo ora di dirigerci verso Roccasecca, borgo di Tommaso d’Aquino che ci accoglie con la sua stauta di 10 metri d’altezza alle porte del paese, per poi spostarci verso Montecassino a circa trenta chilometri di distanza. La millenaria abbazia è il traguardo del nostro percorso. Le gambe saranno anche stanche e indurite, ma il cuore è pieno d’emozioni!

 

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