Il percorso della strada dei vini dei Castelli Romani offre un’occasione unica per capire quanto radicata sia la cultura del vino e dell’allevamento della vite nella storia di questo territorio collinare e vulcanico alle porte di Roma. La “strada” infatti accosta mirabilmente scorci di natura florida e verdeggiante con resti antichissimi di civiltà che prima ancora della nascita di Roma si insediarono su queste terre. Insieme, si trovano ville rinascimentali e barocche, lunghe distese di vite, siti religiosi, chiese e conventi. Poco lontano, ristoranti che propongono la nota cucina “castellana” e molti produttori che aprono le porte delle cantine per far conoscere meglio il loro lavoro agli ospiti di passaggio. Amalgama preziosa di questa proposta sono gli abitanti dei castelli che garantiscono la giusta accoglienza.

Un bellissimo viaggio alla scoperta di luoghi ricchi di storia e dalle tradizioni enogastronomiche uniche. Partiamo da Frascati, dove troviamo il vino per eccellenza dei Castelli Romani e il suo strettissimo parente è il Cannellino, prodotto da uve avvizzite, dolce e rinomato ancorché si produca in piccole quantità.

La seconda tappa del viaggio sulla strada dei vini dei Castelli Romani ci porta a Montecompatri, Colonna e Rocca Priora, un bellissimo tour fra gli incantevoli centri storici di questi comuni a poca distanza da Roma.

Una tappa da non perdere è sicuramente quella di Velletri la cui cultura del vino e della vite risale alla grande tradizione etrusca come ci tramandano le opere del naturalista romano Plinio il Vecchio. La zona è assai ricca e la natura curata.

A poca distanza da Velletri troviamo Genzano, uno dei comuni più conosciuti della zona, dove, tra l’altro, si produce un pane fatto a legna molto apprezzato che rivaleggia con il pane altrettanto buono della non lontana Lariano. Il vino gode di antico prestigio e la produzione era così radicata e significativa che proprio di Genzano erano la maggior parte dei carrettieri che dai Castelli portavano il vino a Roma. A poca distanza, merita una visita la città di Lanuvio con un panorama bellissimo proprio sui vigneti della zona.

Ad Ariccia e Castel Gandolfo, passando per la città di Albano Laziale è situata la zona di produzione della DOC Colli Albani. Forte del vantaggio dovuto al fertile terreno vulcanico nel cui cratere oggi vi è il bel lago di Castel Gandolfo, questa territorio produce vino dai tempi precedenti alla nascita della città di Roma. Si tratta di un vino che si coniuga felicemente con la rinomata cucina castellana che qui vanta una tradizione di sicuro interesse e che vede nella porchetta di Ariccia il campione assoluto della tavola. Proprio in forza di questa tradizione del mangiar bene, anche su questi territori si stanno facendo strada le produzioni naturali e biologiche.

Ariccia, dallo splendido panorama verso il litorale, con il suo Palazzo Chigi si presenta elegante e imponete ai visitatori che provengono da Roma e che possono ammirare gli interventi del Bernini sulla bella costruzione.

Poco dopo Castel Gandolfo, eletta a dimora estiva delle corti pontificie nel XVII secolo dopo che Maderno vi costruì il palazzo papale i cui interni contengono interventi di grande pregio artistico.

Ecco Marino! Dice il famoso adagio di una canzone popolare cha annuncia sagre e bevute dalle fontane della città che “danno vino”. Le belle città medioevali di Nemi e di Rocca di Papa sono le città di riferimento della produzione di un vino aiutato da una natura generosa. Lo dimostrano particolarmente le fragole che vengono coltivate sui terreni che declinano verso il lago di Nemi e a cui la città dedica una sagra molto apprezzata da persone di diversa provenienza e sensibilità.

Social share
SCOPRI ANCHE

La nuova stagione di visite all’Oasi di Ninfa

A partire dal weekend del 16 e 17 marzo 2024 riapre ufficialmente al pubblico il Giardino di Ninfa. Pubblicato sul sito dell’Oasi Naturale il Calendario 2024.

La Corsa con la Cannata di Arpino è UNESCO

La Corsa con la Cannata del Gonfalone di Arpino è stata iscritta nel Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO. Riconosciuti anche altri Giochi inclusi nel Tocatì