Il massiccio dei Lepini è la propaggine più settentrionale dell’Antiappenino Laziale. Si estende su circa ottantamila ettari. È composto da due catene separate dalla linea ideale Montelanico – Carpineto Romano – Maenza, tra le province di Roma, Frosinone e Latina. La catena più interna affaccia sulla pianura di Anagni e Frosinone mentre quella verso il mare domina l’Agro Pontino.
La cima più alta è il Semprevisa che sovrasta Bassiano dall’alto dei suoi 1536 metri. A seguire ci sono il Monte Lupone (m. 1378) tra Cori e Norma, e il Monte Erdigheta (m. 1.336) alle spalle di Carpineto Romano.
L’esposizione dei Lepini e la loro relativa vicinanza al mare fanno sì che la vegetazione sia variegata e identificabile. La gariga e la macchia mediterranea prosperano sopportando notevoli sbalzi di temperature. A vederle dalla pianura, le balze dei Lepini sembrano un “vuoto” uniforme. Le rocce sono interrotte da macchie verdi di uliveti, cespugli e arbusti di lentisco, filirea, corbezzoli, eriche ed esemplari di albero di Giuda.
Per trovare boschi propriamente detti bisogna salire in quota e cercare aree riparate dal suolo più favorevole. Qui si assiste al rigoglìo di faggi, lecci castagni, cerri, aceri.
I monti Lepini sono un habitat ideale per cinghiali, lepri, faine e altri mustelidi, istrici e tassi, oltre che per i lupi. L’avifauna è invece rappresentata da 70 specie di uccelli nidificanti tra cui falco pellegrino, lanario e biancone. E ancora, picchi, tortore, merli, tordi, allocchi e corvi.
Sono diverse le possibilità di trekking da scoprire. I centri abitati che sorgono sui Lepini mostrano evidenti tracce delle loro origini medievali e resti di civiltà lontanissime nel tempo. Solo per citare un esempio, quelli dell’Antica Norba, situata su un pianoro che domina il Giardino di Ninfa.