Intorno al Castello Baglioni, in un corpo unico con le case, sorse il borgo di Graffignano, noto come ‘Di Dentro’, in cima a una rupe sulla Valle del Tevere e tutt’intorno i boschi incontaminati.
Molti i passaggi di proprietà nella sua storia, conteso anche all’interno della stessa famiglia, con Viterbo e con il papa, finché lo ereditò Domitilla Cesi Baglioni. Fu lei a introdurre il culto e le reliquie di san Filippo Neri, del quale era amica, e la devozione fu tale che a lui si ricorreva per proteggere i raccolti della terra o per propiziare frutti più abbondanti. Ancora oggi, tra le espressioni dialettali, “tocca espone san Filippo” si usa quando la stagione non è favorevole.
Da non perdere nei dintorni il Museo archeologico con i resti dei recenti ritrovamenti della villa romana di Poggio la Guardia, ospitato nel Castello di Sipicciano, una bella dimora con fregi affrescati e soffitti lignei nelle stanze e due monumentali torrioni ottagoni all’ingresso.
Affascinante la storia del Santuario della Madonna del Castellonchio, luogo di culto molto sentito: la Madonna apparve in sogno a una donna inferma ed espresse il desiderio che una chiesa venisse costruita nel luogo dove l’8 agosto sarebbe caduta la neve. Dopo la nevicata miracolosa ebbero inizio i lavori di edificazione e una quercia fu abbattuta: dal tronco cominciò a sgorgare un rivolo d’acqua.
Zona di produzione degli ottimi vini DOC Colli Etruschi e Orvieto, Graffignano vanta un olio EVO poco noto ma pregiatissimo, a produzione familiare, reperibile solo nei mesi di raccolta nei numerosi mulini. E per vivere davvero l’atmosfera del borgo, non perdete la Sagra della Lumaca ad agosto.