Nella Sabina Romana, a 50 km da Roma, fanno capolino le case del borgo di Nerola da un alto sperone dei Monti Lucretili, tutt’intorno al Castello Orsini.
Dagli interni splendidamente affrescati e ancora raccolta tra le mura, la rocca fu fondata nel 900 dai Crescensi e trasformata dagli Orsini nel ‘400 in residenza nobiliare. Si racconta che il profumo di fiori d’arancio amaro abbiano inebriato a tal punto Marie Anne, moglie del principe di Nerola, da farle creare la nota essenza Neroli, intitolandola al suo borgo!
Curiose le storie legate al nome del borgo: tra i regillesi era diffuso il culto per la dea della Forza, Nereine, alla quale era dedicato un santuario e dalla quale pare che derivi il nome di Nerola. Un’antica leggenda, d’altro canto, fa derivare il toponimo dall’imperatore Nerone tanto che la comunità assunse come suo emblema la testa dell’imperatore contornata dalla scritta Comunitas Nerulae su un sigillo d’argento. Si narra, infatti, che Nerola abbia preso il posto di Regillo, località famosa per aver dato i natali ad Atta Clauso, capostipite della gens Claudia da cui discende Nerone.
Assolutamente da vedere: la graziosa la fontana in piazza Municipio del 1885; l’antico monumento “l’ospizio dei pellegrini”, oggi sede dell’Ospedale Sant’Antonio; la Chiesa di San Giorgio Martire, il Patrono celebrato il 23 aprile, e la Chiesa di San Sebastiano, che conserva la statua del Santo, il Crocifisso ligneo del 1500 e l’antico fonte battesimale con gli stemmi della famiglia Orsini. Sarà indimenticabile una bella giornata di trekking sul Monte degli Elci.
Non andate via senza aver assaggiato l’olio extra vergine della Sabina DOP sulla bruschetta, la ciliegia Ravenna della Sabina PAT e il vino DOC Colli della Sabina. E ancora, la polenta con spuntature e salsiccia, alla quale è dedicata la sagra a novembre, i fagioli e cicerchiole, le straccione e i cellei, la pasta all’uovo tipica di Nerola, e le pizze fritte condite con sale, zucchero o accompagnate al prosciutto crudo.