Inizia un viaggio alla scoperta dei luoghi della Bonifica dell’Agro Pontino, lì dove, prima del 1932, si estendevano esclusivamente le famigerate paludi pontine e l’immensa Selva di Terracina.
Un percorso attraverso le quattro “città nuove” che sorsero tra il 1932 e il 1937 sotto il regime di Mussolini.
Si parte da Sabaudia, fondata il 5 agosto 1933, che conserva ad oggi integro l’originale impianto urbanistico e architettonico, che le ha fatto attribuire la definizione di “Città del Razionalismo”: la Piazza del Comune, con la torre civica di 42 metri e la Casa municipale, l’ex casa del Fascio, la scuola, la chiesa dell’Annunziata, l’albergo, il cinema e gli altri edifici di fondazione. La realtà odierna è quella di una città turistica che ha raggiunto, ormai da anni, livelli qualitativi che ne fanno una delle mete estive ricercate e amate da italiani e stranieri. Appena usciti dal nucleo di fondazione si è già sulle sponde del Lago di Paola (o di Sabaudia), accompagnato nei suoi numerosi bracci da una fitta vegetazione dalla quale spesso si levano aironi, garzette e una quantità di specie di uccelli minori. Il lago è anche sede di allenamento e di regate per il canottaggio, che qui ha creato campioni italiani, europei, mondiali e olimpici.
Da Sabaudia si raggiunge Pontinia, inaugurata il 18 dicembre1935, un anno esatto dopo la posa della prima pietra. Il territorio di Pontinia vanta numerosi siti storici: la statio romana Ad Medias (l’attuale Mesa di Pontinia), al km. 85 della Via Appia, con il settecentesco palazzo della Posta fatto costruire da Papa Pio VI, nel cui androne due colonne miliarie dell’Appia romana e numerose lapidi rinvenute nella zona testimoniano l’appartenenza ad epoche lontane. Nei pressi del palazzo sorge un grande mausoleo romano, spogliato dei rivestimenti, che, secondo un racconto intrigante, venne eretto dal liberto Clesippo per sé e per la matrona Gegania.
Proseguendo da Pontinia si arriva a Latina la prima nata tra le città nuove (18 dicembre 1932) con il nome di Littoria. Nata come centro rurale, ha trasformato la propria economia, sotto la spinta dello sviluppo dell’industria, del commercio e la creazione di strutture per la cultura, i servizi e il turismo: l’Università Pontina, il Teatro e il Palazzo della Cultura, la grande area museale di Piana delle Orme, strutture sportive e ricreative, il Centro Intermodale di Latina Scalo, il mercato ortofrutticolo di Latina (Mol). Posta al centro di un comprensorio marino-montano, la sua area turistica si sviluppa lungo l’ampio fronte marittimo, dalla foce del fiume Astura alla foce di Rio Martino. La parte orientale ricade nel comprensorio del Parco Nazionale del Circeo, nel quale è inclusa l’importante oasi di Fogliano, con l’omonimo lago costiero, la villa inglese, l’orto botanico e le strutture per l’animazione naturalistica e lo studio dell’ambiente. Borgo Sabotino a ovest e Borgo Grappa a est sono i poli “urbani” di questo comprensorio turistico che viene completato dall’area archeologica di Satricum, nei pressi di Borgo Montello – Le Ferriere, dove si trova anche la Casa del Martirio di S.Maria Goretti.
La quarta città dell’itinerario è Aprilia, la più giovane città della provincia di Latina, fondata il 25 aprile 1936 ed inaugurata 18 mesi dopo, al termine dei grandi lavori della bonificazione della Palude pontina. Da visitare: la chiesa di San Michele Arcangelo (il campanile, distrutto dalle bombe, è stato ricostruito nel 1999), la statua bronzea del santo; in località Campoverde la tomba del Generale Menotti Garibaldi, figlio dell’Eroe dei Due Mondi, bonificatore ottocentesco e parlamentare della zona per più legislature; l’antica Torre difensiva del Padiglione (oggi privata). Nel comune è attivo un impianto per il golf, l’Oasi Golf Club, al km.26,400 della via Nettunense, sede di gare durante tutto l’anno e di corsi di preparazione.
Queste città in stile razionale non parlano alla ragione, bensì all’immaginazione, con il loro fascino melanconico ed echeggiante che si fonde meravigliosamente con il paesaggio di bonifica, così piatto, così disteso, così interminato, tra i lontani monti azzurri e le acque addormentate della laguna» (Alberto Moravia).