L’Abbazia di Montecassino è un monastero benedettino che sorge sulla cima di Montecassino a 516 m slm.
L’Abbazia è il monastero più grande al mondo e il secondo più antico d’Italia, dopo quello di Santa Scolastica.

Fu fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, che era giunto in queste terre durante un viaggio da Subiaco. Il monaco iniziò molto presto la sua opera di evangelizzazione nei territori intorno al monte utilizzando l’Abbazia come unico centro di riferimento. Tutto questo a differenza di quanto accaduto nel monastero sublacense, dove erano presenti diversi cenobi.

Il chiostra dell'Abbazia

Il chiostra dell’Abbazia

In cima al monte vi era l’oratorio di San Giovanni, sorto sul luogo di un’area dedicata al Dio Apollo. Nell’oratorio furono sepolti San Benedetto e la sorella Santa Scolastica.
L’Abbazia di Cassino fu soggetta nel corso dei secoli a distruzioni, terremoti e ricostruzioni.
Secondo quanto riferito da Paolo Diacono nell’Historia Longobardorum l’Abbazia fu distrutta la prima volta nel 577 ad opera dei Longobardi di Zenone. Fu ricostruita intorno al 718 per volere dell’abate Petronace di Montecassino.

Il museo

Il museo

Le reliquie di San Benedetto e Santa Scolastica furono nel frattempo trasferite in Gallia rispettivamente nelle Abbazie di Fleury-Sur-Loire e la Collegiata di San Pietro a Le Mans.
Più tardi iniziò una contesa, tra Montecassino e le due abbazie francesi, sul luogo della reale ubicazione delle reliquie dei Santi, che andò avanti secoli.
Oggi i resti di Benedetto e Scolastica riposano a Montecassino nell’Altare Maggiore della Cattedrale ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il luogo della loro sepoltura è segnalato da una lastra di marmo nero su cui viene indicata la vicinanza in spirito dei due fratelli durante la loro vita, come dei loro corpi dopo la morte.

La Cattedrale

La Cattedrale

La Cattedrale attuale è stata ricostruita dopo il bombardamento alleato del 1944 secondo le architetture del XVII e XVIII secolo. Il risultato è un capolavoro di splendidi intarsi marmorei, soffitti a volta affrescati, pavimenti dai disegni elaborati, mosaici e lavorazioni in legno intarsiate. Della chiesa del Seicento rimangono solo alcuni affreschi, la porta centrale di bronzo e poco altro.

La biblioteca

La biblioteca

L’Abbazia per tutto il Medioevo fu attivissimo centro culturale grazie alle sue biblioteche, ai suoi archivi, le scuole scrittorie e miniaturistiche che tradussero e conservarono molte opere antiche.
Tra le opere che sono conservate nell’Abbazia vi sono i primi documenti in lingua volgare, i famosi codici miniati cassinesi e i rarissimi incunaboli.

A metà del XII secolo, con l’avvento dell’abate Desiderio, l’Abbazia andò incontro ad una nuova ricostruzione e fu ornata da splendidi affreschi e mosaici bizantini. L’abate si servì delle maestranze latine per tutti i lavori artistici che richiedevano l’uso di oro, argento, bronzo, ferro, vetro, avorio, gesso, legno.

L’Abbazia di Montecassino è il luogo in cui San Benedetto scrisse la sua Regola.
Da qui egli la esportò in tutto il mondo occidentale, secondo un ideale di vita improntato al celebre motto Ora et labora. Su questi principi si basa infatti il monachesimo benedettino, considerato da molti la prima forma di vita comunitaria dei monaci in Occidente.
Nel cenobio di San Benedetto si vive una vita improntata alla preghiera, al lavoro, nell’obbedienza a Dio. Una struttura organizzata, per chi è alla ricerca di una vita e di una guida spirituali; un luogo che aspira ad essere una comunità sacra, libera dai vizi, dalle distrazioni e dalle negatività che il monaco aveva visto altrove.

Gli interni della Cattedrale

Gli interni della Cattedrale

San Benedetto riteneva di poter essere di aiuto al prossimo solo dopo aver vinto le tentazioni fondamentali di ogni essere umano: la tentazione dell’autoaffermazione, la tentazione della sensualità e la tentazione dell’ira e della vendetta. D fatto l’opera del Santo e la sua Regola si rivelarono apportatrici di un autentico fermento spirituale, che portò alla costituzione di quella che oggi chiamiamo Europa. Dopo la caduta dell’Impero Romano il messaggio di San Benedetto riuscì a creare una nuova unità spirituale e culturale, mediante la fede cristiana condivisa dall’intero continente.

Il Santo d’Europa, come viene chiamato, aveva come missione fondamentale quella “di piacere solo a Dio”. Benedetto visse tutta la vita nell’osservanza di una profonda obbedienza a Dio mediante la preghiera, ma senza mai dimenticare la realtà pratica, la vita quotidiana e i bisogni umani. La preghiera veniva vissuta come un atto di ascolto che doveva poi tradursi nell’azione concreta, secondo il credo che “Il Signore attende che noi rispondiamo coi fatti ai suoi santi insegnamenti”.  La sua spiritualità diventa così un connubio di contemplazione e azione.

Statua di San Benedetto nel Chiostro dell'Abbazia

Statua di San Benedetto nel Chiostro dell’Abbazia

Il cenobita benedettino svolge attività pratiche, come la gestione di biblioteche e attività spirituali come la Lectio Divina. Gli obliati, coloro che seguono una vita profondamente spirituale ma all’esterno del monastero, dedicano le loro vite al lavoro duro, a servire le loro comunità, a pregare e a diffondere la parola di Dio agli altri.

L’obbedienza all’abate è fondamentale, così come agli altri monaci, secondo l’idea che in una comunità è importante ascoltare attentamente la voce di tutti i membri. Questo messaggio ancora oggi risulta di grande valore ed insegnamento per vivere in società e viene seguito da molti.
Le fondamenta su cui si regge il Monastero è quindi nella forza di chi vi abita: persone che vivono una vita spirituale intensa e di lavoro duro per il benessere e il miglioramento di un’intera comunità.

Nell’Abbazia di Montecassino si respira dunque una religiosità secolare ed ecumenica. Il messaggio di San Benedetto dopo la sua morte ha fatto il giro del mondo ed è diventato un punto di riferimento. Per questo una visita all’Abbazia è una profonda esperienza culturale ed umana.

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