È il 19 marzo, la Festa del Papà. Volete sorprenderlo come lui fa con voi? Ecco 5 esperienze indimenticabili in 5 luoghi nel Lazio dove andare in viaggio con vostro padre.
Cosa c’è di meglio che trascorrere un pomeriggio con papà nel Paese dei Balocchi? A Zagarolo c’è uno spazio composto da 12 sale espositive interamene dedicato al mondo dei giochi. È il Museo del Giocattolo nel cinquecentesco Palazzo Rospigliosi. Un’esperienza indimenticabile per rivivere in un’atmosfera magica la storia del giocattolo. Il percorso è costruito su circa 1000 pezzi, dai moderni giochi tecnologici fino ai giochi artigianali della metà del 1800.
La fantasia e creatività dei piccini è messa alla prova con attività didattiche e di laboratorio dove apprendere le tecniche di costruzione di giocattoli, burattini e marionette.
I papà tornano un po’ bambini tra i loro supereroi preferiti, i giocattoli da varie parti del mondo e le mostre temporanee.
Paese che vai, tradizioni che scopri. In occasione della Festa del Papà, a Itri c’è il rito del fuoco. Qui, ai piedi dei monti Aurunci, “I Fuochi di San Giuseppe” è una rievocazione popolare che unisce sacro e profano. La festa coincideva con la fine dell’inverno e simboleggiava la purificazione della terra. Era anche il momento giusto per ringraziare San Giuseppe, il Protettore dei falegnami. Si ripulivano le botteghe accatastando all’esterno i residui delle lavorazioni. Il legno era bruciato all’imbrunire. Per i bambini era quasi un gioco mentre i grandi ringraziavano il Santo protettore. Infatti, più si era lavorato, più scarti si avevano e più grande era il falò. Questo rito divenne ben presto una competizione tra i rioni.
Oggi è una grande festa in cui si degustano prodotti tipici locali e si ascolta musica popolare. Immancabili le zeppole. Si narra che San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera. Ecco perché San Giuseppe è detto Frittellaro. Ecco perché i dolci tradizionali della festa sono i bignè o zeppole, come si chiamano nel Sud del Lazio.
Un momento di relax in Sabina? Passeggiate mano nella mano con papà nell’Oasi di Orie Terme. È il parco naturalistico cristallizzato nel tempo a Configno, una frazione di Amatrice.
Sullo sfondo dei monti della Laga, il parco è nato dall’idea di accostare i testi biblici della Passione di Cristo a quelli poetici di Fabrizio De André, in particolare l’album “La buona novella” del 1970.
Vi accolgono i daini sul sentiero di circa 3 chilometri. Si snoda tra boschi di castagni, faggi e querce secolari. Termina a valle in un ampio spazio prativo con un piccolo specchio d’acqua e un ruscello. Nel Bosco Sacro c’è una vecchia ricciera e un castagno millenario con una circonferenza del tronco di circa 9 metri. Ricchissima la fauna che s’incontra. Si avvistano ricci, volpi, istrici, scoiattoli, germani reali e persino cervi in lontananza. Il percorso prosegue nel Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Configno, con ambienti e oggetti originali che ricostruiscono secoli di storia del territorio. Per concludere con gusto, assaporiamo la tradizionale amatriciana, famosa in tutto il mondo.
Cosa c’è di più bello di una gita in bicicletta con papà? Prendiamo la pista ciclabile che da Paliano conduce a Fiuggi passando per Serrone, Piglio e Acuto, dove un tempo passava la ferrovia. Il panorama è esclusivo e l’Itinerario è ideale per tutta la famiglia. A piedi o in bicicletta, sarete immersi nella natura della Ciociaria, tra ginestre, filari di viti e ulivi.
Lungo il percorso è d’obbligo una sosta per scattare qualche foto e una merenda. Raggiungete la Big Bench a 2 km dalla ex stazione ferroviaria di Piglio in direzione Acuto-Fiuggi. Non ve ne pentirete! Seduti sull’enorme panchina si ha l’impressione di dominare la valle sottostante mentre si osserva il Monte Scalambra con i suoi punti di decollo per gli appassionati del parapendio. Entrate in una cantina e brindate con un bicchiere di Cesanese del Piglio DOCG. Ora potete tornare a casa.
Lasciate papà a bocca aperta e portatelo… tra le stelle! Impossibile? Non all’Oasi Astronomica Monte Rufeno ad Acquapendente. È una struttura immersa nel verde dell’Alta Tuscia viterbese dove chiunque può entrare, in ogni periodo dell’anno, sia di giorno sia di notte.
Una delle sale interne, ospita un planetario che riproduce la visione del cielo notturno. Il telescopio principale fornisce l’occasione di “imparare il cielo”, attraverso un’osservazione diretta irrealizzabile a occhio nudo. Passeggiate tra le stelle con papà, almeno il 19 marzo!