Il 5 marzo 2022 avrebbe compiuto 100 anni Pier Paolo Pasolini, una firma indelebile nella letteratura, nel cinema, nel giornalismo e nella musica. Festeggiamo nel Lazio dove ha cambiato la storia del Novecento.
Cresciuto in Friuli e approdato a Roma, ha narrato con una penna impavida le inquietudini del secondo dopoguerra, il provincialismo ottuso e i falsi fanatismi delle nuove generazioni.
All’università si appassionò ai film di René Clair e alla commedia sulla tragicomicità della quotidianità dei più bistrattati nella periferia, peculiarità delle opere di Pasolini. Gli scritti freudiani e la poesia di Montale e Ungaretti lo ispirarono nei primi dialoghi in versi friulani, a sottolineare la sua passione per i dialetti. Pubblica questa raccolta di poesie dialettali nel 1954: è “La meglio gioventù” e vince il Premio Giosuè Carducci.
Negli anni 50 si trasferisce a Roma e insegna a Ciampino, dove lo ricorda la Biblioteca Comunale “Pier Paolo Pasolini”. Il suo ruolo dirompente nel panorama della cultura italiana è ormai indiscusso quando pubblica il primo romanzo nel 1955, “Ragazzi di vita”. Il tema della prostituzione maschile meriterà applausi dal pubblico e accuse spietate dai critici, precludendogli l’accesso al Premio Strega e al Premio Viareggio. È straordinariamente neorealista la descrizione del quartiere romano di Monteverde degli anni 50, dove ancora oggi i muri conservano il ricordo dello spicchio di vita trascorso qui.
Nelle passeggiate notturne sul lungotevere conosce Sergio Citti, l’imbianchino che gli insegna il romanesco. Vive nella borgata periferica di Rebibbia e ne assorbe il dialetto e la veracità romana. Pubblica “Una vita violenta” con una singolare descrizione della lotta tra quartieri periferici in cui il protagonista uccide alla Garbatella un “nemico” di Tor Marancia.
È l’“Accattone” il primo film girato con i caratteristici primi piani e la schiettezza neorealista. Il protagonista è Franco Citti, il fratello di Sergio, Bernardo Bertolucci lo supporta nella regia ed Elsa Morante veste i panni di una detenuta. Uscito nel 1961, fu il primo film italiano vietato ai minori di 18 anni. Il titolo è il soprannome del protagonista, un romano senza speranza che sopravvive tra prostituzione, carcere, povertà e amore. È una fotografia spietata del Pigneto, un quartiere periferico, degradato allora, oggi tra i simboli della Roma by night multiculturale all’ombra dell’Acquedotto Romano.
Insieme a Sergio Citti, scrive la sceneggiatura di “Mamma Roma” con Anna Magnani e ancora Franco Citti. Le vicende del sottoproletariato tra le periferie romane di Casal Bertone, il Quadraro, Tor Marancia, il Parco degli Acquedotti fino a Guidonia Montecelio meritarono il successo alla Mostra del Cinema di Venezia del 1962 ma anche l’ennesima denuncia per oscenità.
Ispirato dalle Sacre Scritture, gira “Il Vangelo secondo Matteo” che vinse, tra gli altri, il Nastro d’Argento al miglior regista nel 1965. Come location per il Battesimo di Gesù scoverà la Torre di Chia a Soriano nel Cimino. Qui trascorrerà gli ultimi anni della sua vita, affascinato dalla torre che svetta a oltre 40 metri nella valle del Tevere, su una collina di tufo circondata dai castagneti e le cascate di Fosso Castello. Terra degli Etruschi in passato, il borgo vecchio è disabitato dagli anni 90. Nel 2011, Soriano nel Cimino ha dedicato a Pasolini un busto nella piazza principale di Chia.
“Uccellacci e uccellini” fa scalpore al Festival di Cannes e vince il Nastro d’Argento 1967 per il miglior soggetto originale. Interpretato da Totò e Ninetto Davoli, i titoli di testa e di coda scorrono sulle note di Ennio Morricone e la voce di Domenico Modugno.
L’estro di Pasolini spazia anche nella creazione di poesie in musica con “Il valzer della toppa” e “Cristo al Mandrione”, successivamente incise da Gabriella Ferri.
Nei primi anni 70, scrive la sceneggiatura della Trilogia della vita, premiato con l’Orso d’Argento a “Il Decameron”, l’Orso d’Oro a “I racconti di Canterbury” e il Grand Prix Speciale della Giuria per “Il fiore delle Mille e una notte” al Festival di Cannes. “Salò o le 120 giornate di Sodoma” è l’ultimo film scritto e diretto da Pasolini e avrebbe avviato la Trilogia della morte. Realizzato negli Studios di Cinecittà, dopo la scomparsa di Pasolini entrò nelle sale cinematografiche questo racconto sul consumismo manipolatore delle anime. Nel 2015 sarà premiato al Festival di Venezia come miglior film restaurato nella categoria classici.
Muore nel 1975, picchiato e investito sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, dove ora spicca il monumento a Pier Paolo Pasolini e aleggiano le numerose ipotesi sull’omicidio.
Il nostro regalo di compleanno? Abbiamo scelto quegli spicchi di Lazio dove trovava la pace: il Giardino di Ninfa, fonte di scambio creativo con altri letterati, e le dune di Sabaudia, gli amati tratti sabbiosi pennellati dalla fitta macchia mediterranea.